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Cremazione

Il passaggio del corpo a cenere senza attendere la normale mineralizzazione

La storia della cremazione

Il più antico caso di cremazione risale ad almeno 40.000 anni fa; i resti di un corpo in parte cremato sono stati trovati nel lago Mungo, in Australia. Stando alla documentazione archeologica, sia l'inumazione che la cremazione furono praticate in Medio Oriente e in Europa a partire dall'epoca neolitica. I diversi gruppi culturali avevano le loro preferenze e divieti.
Gli antichi egizi svilupparono un'intricata teologia sulla trasmigrazione dell'anima che vietava la cremazione. I babilonesi, secondo Erodoto, imbalsamavano i loro morti. Gli ittiti e i fenici praticarono sia la cremazione che la sepoltura. La cremazione in India è attestata nella cultura del cimitero H (dal 1900 a.C.), considerata la fase formativa della civiltà vedica. I Rigveda contengono dei riferimenti a tale pratica. I persiani non praticarono l'incinerazione perché proibita dallo zoroastrismo...
In Europa, la cremazione si affermò nella prima età del bronzo (c. 2000 a.C.) nella pianura pannonica e lungo il medio Danubio. L'usanza divenne dominante in gran parte dell'Europa nella tarda età del bronzo con la cultura dei campi di urne (da c. 1300 a.C.). Nell'età del ferro con la cultura di Hallstatt, l'incinerazione, sebbene ancora presente, fu lentamente sostituita dall'inumazione...
Con la diffusione del Cristianesimo, la pratica della cremazione nell'impero romano decadde a favore della sepoltura. Anche se la cremazione non era esplicitamente un tabù fra i cristiani, era guardata con sospetto dalle autorità religiose e, a volte, apertamente osteggiata a causa della sua origine pagana greco-romana e per la preoccupazione che potesse interferire con la resurrezione del corpo e la sua riunione con l'anima. Un altro motivo più pratico del declino delle cremazioni fu quello della crescente penuria di legname alla fine dell'Impero Romano, materiale ovviamente indispensabile per la combustione dei cadaveri.
La cremazione è rimasta rara in Europa occidentale fino al XIX secolo, tranne in casi eccezionali: ad esempio, durante l'epidemia di peste nera del 1656, i corpi di 60.000 vittime furono bruciati a Napoli in una sola settimana. Le cose cambiarono con l'avvento dell'Illuminismo e con Napoleone Bonaparte, il quale, tramite il celebre Editto di Saint Cloud del 1805 inerente all'obbligo di inumazione dei cadaveri in cimiteri extraurbani, gettò le basi delle odierne norme legislative in materia di diritto cimiteriale. I primi forni crematori moderni in Italia sono ascritti agli studiosi Brunetti, Polli-Clericetti, Paolo Gorini da Lodi, Venini, Guzzi e Spasciani-Mesmer. Il primo forno crematorio moderno funzionava a gas illuminante e fu installato nel Cimitero Monumentale di Milano, in un appositamente costruito Tempio Crematorio (oggi ancora esistente ma non più funzionante). Questo forno venne progettato e costruito nell'ambito della Massoneria, e col parere contrario della Chiesa cattolica, dai professori Giovanni Polli e Celeste Clericetti espressamente per effettuare la cremazione del commerciante e imprenditore tessile di origine svizzera Alberto Keller, che avvenne il 22 gennaio 1876 sul cadavere imbalsamato di questi, deceduto due anni prima lasciando per testamento questa richiesta e i soldi per realizzarla. Alla cremazione assistette Paolo Gorini, che già si interessava a nuovi sistemi per lo smaltimento rapido dei cadaveri. Egli si rese conto che l'impianto di Polli e Clericetti era troppo complicato, delicato e costoso, per cui inventò e costruì nello stesso anno il suo modello di forno crematorio che ebbe un successo mondiale per la semplicità, l'economicità di produzione ed esercizio (funzionava con fascine di pioppo sul principio della fiamma indiretta). Il forno Gorini fu installato nel nuovo Crematorio di Londra e quindi a Bombay e fu adottato perfino in Giappone. Forni sul principio Gorini hanno funzionato quanto meno in Italia, fino agli anni settanta - ottanta del Novecento, in seguito furono modificati a gasolio e quindi sostituiti con impianti moderni allorché in quegli anni la cremazione prese a diffondersi a livello di massa. Esso fu un impianto mirabile e di straordinaria efficienza, ma non fu il primo apparecchio crematorio. Allo stesso Gorini si deve la diffusione in Italia della cremazione, che nel 1876-1877 progettò il forno crematorio nel cimitero di Riolo, frazione di Lodi; suoi forni, inoltre, sostituirono presto il Polli-Clericetti del Cimitero Monumentale di Milano. Il forno crematorio Spasciani-Mesmer installato a Livorno e Venezia era un impianto gasogeno con griglia orizzontale e tramoggia di caricamento del combustibile. Il preriscaldamento del forno richiedeva 8-10 ore, con un consumo di circa 2.000 kg di coke; per una cremazione erano necessari 200–300 kg di coke. Dalla seconda metà del XX secolo il termine cremazione è anche correlato allo sterminio di massa di prigionieri deportati nei lager nazisti...
Nel 1963, a seguito del Concilio Vaticano II, anche la Chiesa cattolica con l'istruzione Piam et constantem della Suprema Congregazione del Sant'Uffizio ha ribadito l'invito ai vescovi di predicare l'inumazione, che è la pratica tradizionale della Chiesa. Nel contempo però ha disposto che possano avere la sepoltura ecclesiastica anche i propri fedeli che hanno scelto di farsi cremare, a condizione che la loro scelta non derivi della negazione dei dogmi cristiani, da appartenenze a sette, dall'odio verso la religione cattolica o verso la Chiesa. Nell'aprile del 2002 il cardinale Jorge Medina Estévez, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha annunciato la preparazione di un rito della cremazione. Tuttavia, il Codice di Diritto Canonico sostiene nel canone 1176, che 'la Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; e non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana'. La Cei in data 2 marzo 2012 ha presentato la seconda edizione italiana del 'Libro delle esequie' che sancisce un 'Sì' condizionato alla pratica di cremare i defunti: le ceneri, per la Chiesa cattolica, devono essere conservate nei cimiteri e non dispersi in mare o altrove in natura né conservate in casa o in giardino. Il testo approvato dai vescovi è obbligatorio dal 2 novembre 2012. Invece la maggior parte delle chiese evangeliche e protestanti non solleva alcuna obiezione contro la cremazione. Le Chiese ortodosse, al contrario, la vietano in maniera assoluta, obbligando l'inumazione.

(fonte Wikipedia - testo integrale)

Destinazioni delle ceneri

Una volta cremato un feretro - in Italia non viene cremato solo il corpo, bensì anche la bara - viene rilasciata un'urna contenente le ceneri e si può optare per la conservazione nei cimiteri o nelle abitazioni, oppure decidere di disperderle in aree ritenute idonee dai vari comuni, secondo le nuove leggi in materia previste dalla Regione Calabria.

Documentazione

Affinché si possano avviare le pratiche per la cremazione sono necessari alcuni documenti: iscrizione del defunto ad una società per la cremazione, in alternativa una volontà testimoniale scritta prima del decesso e incontestabile o quando non esiste nulla di ciò bisogna avere il consenso univoco di tutti i congiunti aventi diritto che testimoniano la volontà alla cremazione. Per ogni dubbio vi invitiamo a contattarci.

I costi

Grazie agli accordi con il gruppo Urciuoli che gestisce il crematorio di Carpanzano (CS) abbiamo la possibilità di praticare prezzi altamente concorrenziali. Possiamo fornirvi un preventivo completo a seconda delle varie richieste e per questo vi invitiamo a contattarci.